Istituita la Tassa di Soggiorno

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1° settembre 2012, entrata in vigore dell’ ennesima imposta che va a gravare sulle già esauste tasche di clienti ed aziende isolane.  La Tassa di Soggiorno.

A nulla è valso lo strepitio, spesso confuso e disarticolato, delle varie associazioni imprenditoriali ischitane  affinché l’ennesimo ed ingiustificato balzello non venisse applicato.

La Giunta Comunale, nella persona del Dott. Iannotta, ha spiegato a più riprese, non ultima durante la riunione che doveva essere chiarificatrice sulle metodologie di incasso, versamento e regolamentazione sulla applicazione della tassa, che a causa dei tagli sui contributi provenienti da Roma era inevitabile il provvedimento adottato.

La Tassa di soggiorno è di fatto un’ulteriore mannaia che si abbatte sulla testa dell’ignaro turista che la sventura di capitare sui nostri lidi. Ignaro perché un provvedimento simile adottato in pieno agosto  con decorrenza immediata ha fatto si che nel 90% per cento dei casi sia stato impossibile da comunicare a coloro che già avevano prenotato la vacanza ad Ischia.

Una imposta di 1,5 euro al giorno a persona per i quattro stelle che hanno già ora enormi difficoltà ad avere una occupazione camere decente nei mesi di settembre e segnatamente ottobre e che avranno quale tariffa per i gruppi una cifra non lontana dai 35  euro in pensione completa, in moltissimi casi comprensiva di acqua e vino, ahimè va ad incidere dello 0,5% circa. Non dimentichiamo le assurde tariffe relative ai trasporti marittimi correlati ai disagi dei porti di Napoli e Pozzuoli nonché alla scarsità di corse.

Questa è la nostra politica turistica. In un momento di difficoltà tremenda per le aziende isolane e di conseguenza per i lavoratori del comparto, cioè coloro che tengono in piedi questo giocattolo, la nostra amministrazione si segnala per un grande fervore in tema di campagna acquisti per l’Ischia Calcio, e per una inettitudine scalfita solo da queste fameliche occasioni tese a spolpare ciò che resta del tessuto imprenditoriale ischitano.

La Tassa di Soggiorno per la prima volta venne introdotta «per grazia di Dio e per volontà della nazione» da Vittorio Emanuele III: era il 1910 e si applicava nelle sole località di cura termale.

Nel 1938 il Re la estese a tutti i comuni a vocazione turistica. E come tale rimase in vigore fino al 1989 quando venne abolita: così com’era era largamente evasa.  Stefano Landi, ex Capo del dipartimento turismo della Presidenza del Consiglio spiega che “di fatto serviva a tenere  in piedi enti turistici locali senza qualità”. Meritoriamente abolita la tassa nel 1989 non ha però determinato la chiusura dei parassitari ed improduttivi enti turistici che tuttora continuano ad elargire stipendi e prebende a fannulloni diretta propagine della clientela politica. Ma questa è un’altra storia direbbe Lucarelli.

Oggi, come uno spettro che si aggira per l’Italia, rieccola. Così come è stata concepita la tassa di soggiorno ha un che di gabella medievale. La legge prevede che ogni amministrazione abbia, oltre alla facoltà di istituirla, anche libera scelta nel definire l’ammontare e la durata di pagamento. La nostra non si è fatta sfuggire l’occasione. Al di la della inopportuna imposizione, la legge di fatto prevede che la tassa di soggiorno sia una tassa di scopo. Tesa cioè a valorizzare l’immagine della località che ne esige il pagamento. Con la sfrontatezza, tipica di chi nulla ha da perdere o da temere, i nostri amministratori ci hanno invece comunicato che le somme incassate andranno in bilancio per far fronte alle spese correnti. Così ci troveremmo con il doppio danno di aver estorto ingiustificatamente e senza preavviso delle somme ai nostri ospiti e questo al solo scopo di continuare a foraggiare la spesa comunale fatta di decine di assunzioni e di incarichi che sono il pedaggio da pagare per le promesse fatte in campagna elettorale. Ma del resto la popolazione è contenta visto il premio che ha voluto dare, in termini di consenso, a questa accozzaglia.

Il lettore deve inoltre sapere che le sei amministrazioni comunali già da tre anni, su dispositivo regionale,  incassano  dalle aziende termali un balzello proporzionato alle cure erogate. La somma incassata si aggira sui 400mila euro e di fatto aveva lo stesso scopo della Tassa di Soggiorno. Pubblicizzare e rilanciare l’immagine delle stazioni termali.

Peccato che tutte le nostre amministrazioni si siano ricordate solo del primo punto. L’incasso. Il secondo è finito nelle fameliche bocche, mai abbastanza sazie, delle casse comunali.

Nel frattempo la tristissima stagione turistica volge al termine. I numeri, che stancamente ogni anno da queste colonne pubblichiamo, parlano di un tracollo. Non un problema è stato risolto.

Traffico, depuratori, arenili, trasporti. Stanchi ed esausti di ripetere questo elenco ci avviamo a trascorrere un inverno lunghissimo. Un inverno non solo meteorologico, ma purtroppo l’inverno di Ischia.

La nostra isola si dibatte in una agonia tragica. Non un politico mette sul tappeto proposte e soluzioni ai problemi elencati. Abbiamo trascorso un agosto terribile dove la gran parte della clientela è stata quella che è andata ad occupare i tuguri forse nemmeno censiti dei nostri comuni. Il prodotto sono i “muschilli” che tirano pietre ai clienti in piscina negli alberghi. Anche per questo i clienti tapini dovranno pagare la Tassa di Soggiorno. Delle decine di vigili assunti per far contento il RE nemmeno l’ombra. Quelli di carriera sono tranquillamente tesi a passeggiare tutte le mattine per le vie del corso quando non esiste alcun problema.  Gli speranzosi stagionali tesi, come massima aspirazione, ad avere una rendita comunale paragonabile al  “win for life” sono intenti a fare la guardia ai pilomat.

A tutto questo cosa si dovrà ancora aggiungere per far capire ad amministrazioni e popolazione che senza una svolta immediata, seria e drastica il paese è vicinissimo alla morte?

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