Aspen

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Dunque l’occupazione finanziaria della nostra nazione sembrerebbe arrivata all’ultima puntata. Il comitato di Aspen, di cui fanno parte Mario Monti, Mario Draghi e il nostro straordinario Presidente della Repubblica, sta mettendo le mani su uno dei maggiori bottini che il pianeta abbia in termini sia di risorse economiche, ma anche e soprattutto culturali , paesaggistiche e storiche. Tutto a prezzi di saldo.  Le poche voci libere e non “politicamente corrette” che in Italia si sono ribellate a questo nostro triste destino sono state bollate come irresponsabili, qualunquiste, fasciste e via dicendo.

Berlusconi, sembra su invito di Doris, suo socio in Mediolanum, e Confalonieri, ha preferito, tanto per cambiare difendere il suo patrimonio piuttosto che la Nazione che dice tanto di amare.

Quella che una volta fu la sinistra ha deciso che fosse più ortodosso subire la letterina della BCE piuttosto che difendere quel che resta del nostro stato sociale, della nostra sovranità popolare. Del resto perché meravigliarsi di questi comportamenti dei paladini dei più deboli che esultavano per essersi comperati una banca.

E se a questa penosa classe politica non resta altro da chiedere che di farsi da parte, e questo in qualche maniera dipendea da noi, al comitato d’affari che sta per occuparci e che da 15 anni ha iniziato a lentamente ma inesorabilmente a toglierci fiato e forza, sarebbe demandato il compito di risolvere la questione italiana che oramai è divenuta questione mondiale. Mi domando con quale coraggio si possa dar credito a coloro che predissero una Europa fortissima e senza più problemi economici con l’avvento dell’euro, a coloro che ebbero la straordinaria idea di equiparare le economie greca e tedesca, portoghese e finlandese dandole una stessa moneta basata solo ed esclusivamente sui profitti derivanti dallo scambio della stessa senza una paritaria crescita economica, sociale e politica di tutti questi popoli e queste nazioni coinvolte.

Abbiamo applaudito, da beoti, ai sorrisini della panzer e del maritino di Carlà riferiti a Berlusconi senza vedere che dietro quei sorrisini si consumava la fine della nostra sovranità. Tutto quel che sto dicendo sembra il frutto di una visione tragica, lontana  ed impossibile da verificarsi.

Sarebbe il caso, allora, di andare a rileggere la storia dei paesi sudamericani, che tante volte abbiamo superficialmente dileggiato negli anni 60 e 70, dove uno dopo l’altro, che strano eh, avvenne un golpe di stato militare la cui regia sapiente fu a Washington. Ora forse non c’è più una solitaria regia centrale negli USA ma certamente gli americani sperano che la parziale soluzione dei loro enormi problemi economici passi attraverso il calpestio di popoli e libertà. Del resto non era mai avvenuto che un Presidente americano si complimentasse con il nostro Presidente per aver sostituito il proprio premier, non si ricordava nemmeno che il premier greco un minuto dopo aver indetto un referendum, legittimo e democratico di un paese che credeva di essere ancora sovrano in casa sua, aveva provveduto a cambiare tutti i vertici militari. Nessuno in questa Europa tanto corretta ha sentito il bisogno di chiedere spiegazioni in tale senso.

Vedremmo come finirà, spero che il finale non sia quello che temo, ma temo che il finale non sarà quello sperato.

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