Le risatine del panzer e sark

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La povera Italia, politica e sociale, dei nostri giorni è divisa non più sulle opinioni, sulle ideologie, sul modello di società quanto piuttosto nella partigianeria e nella tifoseria. Siamo tifosi contro. E’ come il milanista che tifa contro l’Inter a prescindere. Sia in campo nazionale che internazionale, quando logica vorrebbe essere tutt’uno quando ci si confronta all’estero. Ma se nel campo dello sport questo può essere un simpatico gioco delle parti la cosa diventa inquietante quando si parla del nostro Paese all’estero. Le vicende di questi giorni sono note a tutti. Le risatine del marito di Carlà ed il conseguente compiacimento del panzer teutonico, in relazione alla situazione italiana, ne sono la riprova. Lo sdegno demagogico ma “politicamente corretto” con cui social network, stampa e mezzi di informazione hanno ripreso la scenetta del duo franco-tedesco non mi ha sorpreso ma ha solo continuato a darmi la convinzione che siamo un paese cui nessuna guida potrà mai tirar fuori dal provincialismo legato alle piccole lotte di bottega. Attraverso quella risatina i tifosi contrari, ma sarebbe stato ed è stato in passato lo stesso a parti invertite, hanno potuto mettere la maschera del beota indignato che però godeva per la presunta brutta figura fatta dal primo ministro italiano. Ora premesso che il nostro primo ministro di “gaffes” ne fa non appena si muove sarebbe stato doveroso da parte del l’intera Italia, come avrebbero fatto francesi e tedeschi, chieder conto a queste due nazioni che si stanno arrogando il diritto di dirigere quel che resta dell’Unione Europea senza averne titoli e meriti. Abbiamo fatto un processo qui in Italia per un presunto apprezzamento sgradevole sulle qualità estetiche del panzer. Apprezzamento né smentito né confermato finora che sarebbe avvenuto in ogni caso in sede assolutamente privata e nessuno si è sentito di chiedere al marito di Carlà come si permettesse di sbeffeggiare un paese sovrano in una occasione pubblica ufficiale espletando la propria funzione pubblica. Sarebbe stato oltremodo serio da parte di tutte le componenti italiane una seria e circostanziata presa di posizione. E poi andiamo nel merito. Cosa ha da ridere il neopapà? Il suo paese è a rischio di imminente declassamento da parte delle agenzie di rating con una esposizione elevatissima delle proprie banche con la Grecia. Negli ultimi giorni SocGen ha perso il 6,4%, Credit Agricole il 5,9% e Bnp Paribas il 7,7%. Sarebbe il caso che il maritino si preoccupasse di questo piuttosto che sorridere e cambiare i pannolini. Ed il panzer cosa ha da ridere? Le banche tedesche sono quelle più esposte al debito sovrano della Grecia con 22,7 miliardi di dollari di titoli di stato detenuti nel 2010, secondo i dati dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali con sede a Basilea. Dietro la Germania segue la Francia con una esposizione bancaria al debito sovrano ellenico di 15 miliardi di dollari. Ma prendendo in considerazione anche i 39,6 miliardi di dollari prestati ad aziende e famiglie greche ed altri prestiti, l’esposizione sul mercato ellenico degli istituti di credito francesi ammonta a 56,7 miliardi di dollari. La Francia è presente sul mercato finanziario greco attraverso Credit Agricole, che controlla Emporiki Bank, mentre la Germania non ha nessuna filiale nel Paese. Secondo i dati di Goldman Sachs le banche europee che detengono la fetta più grande del debito sovrano greco sono Bnp Paribas con 5 miliardi di euro, Dexia con 3,5 miliardi, Commerzbank con 3 miliardi, SocGen con 2,7 miliardi, Ing con 2,4 miliardi e Deutsche Bank con 1,6 miliardi. In base ad un rapporto dell’agenzia Bloomberg, il debito totale della Grecia ammonta a 340 miliardi di euro. Ed il panzer deve ancora rispondere del deficit consolidato di 428 miliardi, non conteggiato in maniera fraudolenta da sedici anni, della KfW, che è all’80% dello stato e per il restante 20% dei Laender. E noi qui ad applaudire Gianni e Pinotto che prendono in giro una nazione che pur con tutti i suoi problemi, che nessuno nega, pur con una classe dirigente inadatta, che nessuno nega, pur con una crescita minima, che nessuno nega, resta un paese di primaria importanza per l’ Europa, che ha poca esposizione con i paesi a rischio default, che ha una ricchezza privata delle famiglia italiane ancora superiore a quella delle famiglie tedesche e francesi. La realtà è che il compiacimento, interno, con cui ci crogioliamo quando veniamo vilipesi non fa altro che rafforzare l’idea di essere allo sbando e di poter riversare sull’Italia quelli che sono gli attuali problemi di tutti e segnatamente dei paesi che vorrebbero guidarci fuori dal tunnel. Il loro però! Alla fine resta una provocazione. Quando tutto sarà andato a scatafascio resteranno solo i bisogni primari da soddisfare. Bere, mangiare e vestirsi. E chi nel mondo ha la miglior cucina, la migliore agricoltura e la migliore moda? Rispondete a questa domanda e mandiamo a fan… tutti!!!

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