L’ineffabile Galliani

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Un refrain continuo ed ossessivo giunge puntuale, come la pioggia autunnale, da anni su quello che resta del Milan.
Alla settima giornata già fuori dai giochi, umiliato il vecchio caro Milan offre di se un’immagine stanca, avvilente e sciapita.
Il 26 aprile scorso avevo scritto un articolo che, attraverso i numeri venuti fuori dall’assemblea del Milan indetta per l’approvazione del bilancio 2014, denunciava chiaramente una situazione oramai insostenibile.
In sostanza il “tirchio” Berlusconi si vedeva costretto a rimettere 94 milioni di tasca sua per ripianare le perdite d’esercizio. A questo faceva fronte il secondo anno consecutivo di mancata partecipazione alle coppe europee.
Al disastro economico si aggiungeva la disfatta tecnica.
Nel frattempo erano stati bruciati 3 allenatori, o pseudo tali, ingaggiati ed esonerati nei modi che tutti ricordano.
Allegri, Seedorf e Inzaghi. Gli ultimi due ancora a libro paga.
Si pensava che il peggio fosse stato raggiunto.
Invece niente. Ancora c’era e ci sarà da scavare per trovare il fondo in cui il Milan sta velocemente precipitando. L’unica corsa nella quale corre per davvero.
A tutti i disastri tristemente elencati durante l’estate scorsa se ne sono aggiunti di nuovi, ove mai se ne sentisse la mancanza. Una pochade senza fine nella quale si erge ad indiscusso capocomico l’ineffabile ed oramai insopportabile Amministratore Delegato: Adriano Galliani. galliani
La campagna acquisti strombazzata come quella del rilancio in realtà lo è stata. Ma solo per le tasche di procuratori e faccendieri amici, del capocomico naturalmente, che si sono divisi un altro centinaio di milioni del solito “tirchio” di Arcore.
Per dare la misura dello scempio in atto basti pensare che Bertolacci, Bacca, Romagnoli e Luiz Adriano sono costati quasi quanto l’acquisizione della Rizzoli avvenuta ieri sera da parte del gruppo Mondadori/Fininvest. Gli stessi proprietari del Milan.
Il tutto passando per la commedia girata in Costa Azzurra con la pubblicizzata e mai avvenuta firma di Kondogbia.
Oppure attraverso un cinepattone sudamericano con l’acquisto di Jackson Martinez con tanto di inno sul canale ufficiale rivelatosi poi null’altro che una barzelletta degna dell’Allenatore nel Pallone di trenta anni fa.
Lino Banfi precursore come non mai delle gesta dell’esimio capocomico brianzolo.
Nel frattempo il circolo di buontemponi che fanno capo all’indossatore di cravatte gialle continuava a banchettare, non solo in senso lato, spolpando l’osso di Arcore.
Preziosi, Raiola, Lotito ed affini intenti a intascare, distruggere e ridicolizzare quella che fu la squadra più forte del mondo per una ventina di anni almeno.
Ora la stampa, se tale può ancora esser definita tale in Italia, ed i tifosi, se anch’essi possono ancora definirsi tali, foraggiati ed indottrinati iniziano a screditare la guida tecnica, come da copione di regime consolidato.
La stessa stampa che ha fatto circolare, dal mandante capocomico, le voci più vergognose su Barbara Berlusconi onde poterla far fuori. Che la ha lasciata sola nella questione stadio esponendola alla figura penosa che stiamo vedendo in questi giorni.
Ma l’autore di tutto questo perché non viene messo in discussione?
Alle perdite di gestione si aggiungeranno i 100 milioni di esborsi di questa campagna acquisti, e la mancanza, allo stato attuale, per il terzo anno consecutivo di partecipazione alle Coppe Europee. Un bilancio che sommando i ricavi alle perdite consolidate porta il Milan ad avere costi di gestione per circa 350 milioni annui. Ampiamente nei primi 10 clubs al mondo. Lontanissimo da qualsiasi risultato tecnico minimamente degno in Italia. In Europa nemmeno a parlarne stante la prolungata, e chissà fino a quando, assenza.
Eppure lui ineffabile, insopportabile, logorroico quando si tratta di elogiarsi, assente quando si tratta di argomentare, è sempre lì.
Non in discussione, ossequiato in maniera vomitevole da coloro che continuano a spolparsi la carcassa rossonera.
A noi tifosi che abbiamo gioito per una doppietta di Serena nel derby del “Mundialito” per clubs come se avessimo vinto la Champions, a noi che abbiamo eletto a nostro idolo Vinicio Verza, a noi che abbiamo fatto il tifo per Galluzzo, per Paina, per Turini e per Turone, si hanno giocato tutti e due nel Milan, o che abbiamo sperato che Marco Macina fosse il nuovo Chiarugi non resta che l’attesa.
L’attesa che questo squallido personaggio che si è impossessato del Milan, e non si capisce il motivo per il quale non possa essere esautorato, vada via.
Ci ha tolti la cosa più bella della domenica. Gioire per una vittoria, rara ormai, incazzarsi per una sconfitta. Sia essa umiliante come quella con il Napoli o come quella di misura nel derby.
La peggior malattia in amore, ed il tifo è amore puro come nessun altro, è l’indifferenza.
Ecco caro Galliani ci hai resi indifferenti.
Gioiremo di nuovo il giorno in cui ci saremo liberati definitivamente del tuo faccione e dei tuoi tic tanto goffi quanto insopportabili.

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