Sciagura Galliani, Allegri, Milan…

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Stagione 1981/82.
Formazione del Milan. Piotti, Tassotti, Maldera, Battistini, Collovati, Baresi, Cuoghi, Novellino, Antonelli, Moro, Buriani. Allenatore Radice, poi sostituito dal suo vice Galbiati. A disposizione , come si usava dire, tra gli altri Romano, Jordan, Incocciati. Media spettatori 45.781. Una formazione, questa, che oggi mi pare di poter dire senza timore, molto più forte dell’attuale Milan.
Risultato finale in campionato 14° posto e retrocessione in B.
20 ottobre 2012.
Ottava di campionato, collezionate 5 sconfitte in 8 partite. La prospettiva di essere invischiato nella zona calda con una squadra poco più che mediocre e senza alcuna personalità viene già evocata da qualche giocatore. Abate nel dopo gara l’ha detto senza nominare mai la B ma facendovi chiari riferimenti.
Ora è evidente che la gestione della sessione estiva trasferimenti, parlare di acquisti sarebbe quanto meno offensivo, sia stata disastrosa e approssimativa. Oltre alle note cessioni sono stati lasciati andare via in un colpo solo senza nessun tipo di rimpianto, da parte di tanti tifosi, ma soprattutto da parte della dirigenza una decina di giocatori che hanno fatto la storia, non del Milan, ma del calcio mondiale.
Una società e soprattutto un amministratore delegato che negli anni sono riusciti a dare ingaggi quadriennali da 4 milioni netti all’anno a Dida o Flamini non è stata in grado di tenere, visto che le esigenze societarie a loro note fin da maggio non prevedevano acquisti, nemmeno Seedorf o Nesta che avrebbero garantito almeno tanta personalità oltre che un tasso tecnico ben più elevato rispetto all’avvilente stato attuale.
Ed invece media e tifosi ad ascoltare l’AD che impunemente gracchiava nel suo stantio megafono di saldi e supersaldi dal 20 agosto in poi. Se ci sono stati saldi il Milan è arrivato, anche in questo, quando le taglie per lui erano già finite.
Ed allora ecco credere ed aver la ineffabile faccia tosta di spacciare De Jong per un regista.
Incommentabile, all’atto del suo acquisto, la conclusione che ne traeva il solito AD mettendo il Milan in grado di competere per lo scudetto. Caspita aveva preso Falcao e nessuno se ne era accorto.
O ad esempio Pazzini per il sostituto di Ibra e via discorrendo. E così di proclami in proclami di baggianate in baggianate il Milan si ritrova oggi ad essere una candidata alla lotta per non retrocedere, con una squadra che salvo El Shaarawi, De Sciglio e in parte Montolivo non ha né prospettive, né tecnica, né coraggio, né personalità e dulcis in fundo non ha gioco.
E qui veniamo al punto dolentissimo di un aspirante cabarettista prestato al calcio. Le sue battute sono mesi che non fanno ridere e gli si ritorcono contro, ma almeno prima c’erano una serie di calciatori che coprivano l’assoluta inadeguatezza della conduzione “tecnica”.
Alla ottava giornata è stata schierata la ottava coppia di difensori centrali. Non una pare essere degna della maglia che indossa ma se almeno fosse delineata forse inizierebbe a fare meno danni di quelle che senza un disegno ed un progetto tecnico vengono domenicalmente propinate. La confusione regna sovrana.
I turni prima della sosta avevano illuso che una nuova formula di gioco potesse essere tentata. Ma ieri, l’ineffabile livornese, è tornato alla sciagura di un modulo che non protegge e non offende.
L’equivoco gigantesco di un mediocre giocatore quale Boateng messo alle spalle delle punte. Il ghanese, discreto giocatore, se assistito dalla condizione fisica e soprattutto mentale, questa mi pare oramai impresa ardua da raggiungere, ha espresso qualcosa di buono se messo dall’esterno con un giocatore come Ibra che gli liberava spazi e di fatto faceva il centravanti ma soprattutto la mezza punta.
Ora con la mancanza di Ibra il ghanese, nelle pause dei suoi rapporti con la fidanzata, dovrebbe fare un ruolo che non può ricoprire per mezzi tecnici inadeguati e per passo di corsa che punta sulla potenza più che sull’agilità. Ecco perché nel breve non salta l’avversario, non ha spazio per il tiro e non ha capacità di passaggio finale come si richiederebbe ad un giocatore per quel ruolo.
Ma il livornese insiste.
Pare che le partite gli arrivino addosso, non che lui vada incontro alle gare.
Montolivo che tanto bene aveva fatto in quella posizione in nazionale è stato prontamente arretrato di nuovo sulla mediana.
Sempre il livornese tra Bendtner e Bojan ha voluto fortemente il secondo.
Ora non che il danese sia Van Basten, ma vista la assoluta mancanza di mezzi finanziari lo si poteva prendere a zero ed evitare l’esborso per Pazzini, quantunque nella operazione economica vada inserita la cessione Cassano, e magari destinare qualcosa ad altro.
Dico Bojan perché dopo averlo caldeggiato, il livornese non ha la più pallida idea di dove farlo giocare.
Tranne ieri sera, in Lazio Milan, dove è riuscito nella titanica impresa di smontare l’unica cosa che stava andando discretamente bene. Cioè Emanuelson, tu pensa, che stava creando pericoli a Cavanda e mettere al suo posto l’impaurito e spaesato Bojan con il risultato di aver fatto esultare i laziali fin dal trentanovesimo.
Gli esempi potrebbero continuare all’inifnito.
Ma vorrei tornare per un attimo all’ AD. Facile essere celebrato dagli addetti ai lavori speranzosi di rifilare qualche bidone, vedi tutta la roba che Oscar Damiani ha imbarcato per il Milan dalla Francia. Celebrato miglior dirigente con il portafogli presidenziale pieno. I bilanci in passivo non erano un problema.
Passivi legati fortemente ad ingaggi faraonici dispensati a piene mani a giocatori poco meno che mediocri a voler essere generosi. Già citati Dida e Flamini ma tanti altri potrebbero essere citati. Anche il milione di euro da regalare a Traorè mi pare un insulto alla ragione.
E dopo le foto, inopportune e cafoni, di Natale a Rio con Tevez, mi pare il titolo di cinepanettone, mi domando con quali soldi poi lo si sarebbe pagato, ora, dopo otto mesi, l’AD ed il suo finanziatore, devono vendere la balla dei saldi e soprattutto far digerire alla tifoseria lo smantellamento della squadra. Tutto in un clima di rassegnazione e soprattutto di indifferenza della tifoseria che non ha alcun motivo per intravvedere una luce o una speranza se non legata ai due ragazzini che sembrano avere le stimmate del campione.
A questo punto prima che si compia la tragedia irreparabile urge subito un cambio della guida. E non la sostituzione attraverso la carissima figura di Tassotti, che mi pare avere più le motivazioni di un impiegato del catasto che di un affamato trainer.
O quella del rampante Inzaghi però tutta da verificare in una situazione angosciante come quella attuale. Piuttosto bisognerà trovare un condottiero pragmatico che tiri fuori questa accozzaglia, che oggi ci si ostina ancora a chiamare Milan, dai guai.
Un Reja o anche un Delio Rossi per intenderci. Allenatori liberi oggi sul mercato
A gennaio occorrerà, non andare scovare dei parametri zero in Francia per far contenti Damiani e Parisi, ma dei giocatori chiave che siano garanzie di uscita dalle secche, vedi Van Bommel di due anni fa.
Tutto questo mentre un ricambio dirigenziale, se non sarà possibile quello societario, urge in maniera indifferibile.
Non penso che Lazio, Napoli o Fiorentina abbiano risorse maggiori del Milan non fosse altro per ammontare dei ricavi che vede nel Milan ancora il primo club italiano. Eppure hanno costruito squadre credibili.
Il nostro AD tra una telefonata a Sky e una cena da Giannino avrebbe potuto e dovuto adoperarsi in maniera ben differente!!!

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